Ottavo appuntamento con Passeggiate d'Autore il 20 maggio, in occasione di Via Padova è meglio di Milano, quarta edizione della Festa di Via Padova.
Luogo di ritrovo: P.le Loreto, angolo Via Padova, alle ore 15.00.
Con la scrittrice Sumaya Abdel Qader conosceremo la via Padova e il quartiere intorno visti attraverso lo sguardo di una G2, ovvero un'italiana di seconda generazione. Autrice di Porto il velo, adoro i Queen, Sumaya Abdel Qader sarà la nostra guida d'eccezione alla scoperta di una parte di Milano in cui immigrazione, solidarietà, attività culturale e sociale sono strettamente intrecciate.
Il percorso si concluderà con la visita alla moschea di Via Padova.
La Passeggiata è a partecipazione gratuita. Prevista sottoscrizione libera a favore dell'associazione.
Per info e prenotazioni: pluriversi@gmail.com
349.5712336
L'autore
Sumaya Abdel Qader nasce a Perugia il 16/06/1978 è figlia di immigrati giordano-palestinesi. E' laureata in biologia e in lingue e culture straniere. Sta conseguendo una laurea specialistica in sociologia. Collabora con Università e scuole italiane tenendo conferenze, lezioni e corsi su: Islam, mondo arabo-islamico, musulmani europei, immigrazione, nuovi italiani, intercultura, ecc... Una dei fondatori dell'associazione GMI (Giovani Musulmani d'Italia), ha ricoperto la carica di Segretario Generale e Vice Presidente. Scrive per settimanali, riviste, testate on line. Ha pubblicato per Sonzogno nel settembre 2008: Porto il velo, adoro i Queen - nuove italiane crescono. Dal 2011 collabora con il Comune di Milano al Tavolo per le nuove cittadinanza, per l'assessorato alle politiche sociali.Il libro
Porto il velo, adoro i Queen (Sonzogno)
Il primo libro di Sumaya Abdel Qader. Un po' blog, un po' letteratura, un po' di nostalgia per il Paese di origine, e nuova linfa e devozione per il futuro dell'Italia. Soprattutto un ritratto ironico della vita, delle originali vicissitudini e delle divertenti contraddizioni di Sulinda, una donna musulmana che ama profondamente Dio ma, contrariamente ai luoghi comuni sui musulmani, adora i Queen, si ispira ai testi di Gianna Nannini quando flirta con suo marito e comunica con un linguaggio da sit-com americana o sex and the city. E' il ritratto di una nuova Italia, un Paese che ospita 570mila nuove cittadinanze le 2G, le seconde generazioni, i figli degli immigrati nati in Italia. È la descrizione del loro processo di identità, di come mitigano le aspirazioni con le aspettative delle loro famiglie e di come si può mantenere le radici in un Paese e far crescere i rami all'estero. Ma oltre ad essere una 2G, Sulinda è una musulmana praticante che ogni mattina invece di mettersi il fard dedica un quarto d'ora accademico alla scelta dal velo da abbinare alla borsa e al soprabito. E al contrario di Giorgio Gaber che in una sua canzone confessa "Io non mi sento italiano", Sulinda, nonostante il nome esotico, il velo che le nasconde i capelli, due genitori arabi, il continuo porsi delle domande sulla propria identità, il ricorrente ascolto di risposte generiche e spesso superficiali che vengono dai media e il predicozzo degli arabi che la giudicano troppo occidentale ci tiene a confermare la sua italianità: «Le parole di Giorgio Gaber mi suonano così strane. Mi guardo allo specchio, dalla testa ai piedi, dai piedi alla testa. Tutto rigorosamente made in Italy».
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